Il convento dei Frati Cappuccini
( Articolo di Marco Martelli, approvato dall’Ing. Michele Naldi )
Il complesso conventuale dei Cappuccini sorge a Sud della torre del “Cassero”, a circa 440 metri in linea d’aria dalla medesima, sulla via Viara, che conduce alle colline lungo la valle del Sillaro. Come riportato nella lapide presente all’interno, il Convento fu fondato nel mese di Luglio del 1628. Il Conte Pompeo Ramazzotti acquistò il terreno per la costruzione nel 1624 e lo donò ai Cappuccini; non essendo però questo sufficiente per effettuare i lavori, fu necessario un complesso sistema di permute e provvidenziale fu il contributo del Conte Antonio Galeazzo Malvasia per ottenerne l’idonea estensione. I lavori furono eseguiti sotto la supervisione di Padre Bernardino Bonfini ed il 30 Settembre 1640 fu inaugurata la chiesa, dedicata a Sant’Antonio da Padova e, successivamente, anche a Santa Giuliana de’ Banzi, la cui famiglia fu molto legata alla Chiesa. In origine la chiesa si presentava a navata unica, con il solo altare maggiore dedicato alla Madonna e senza portico. Successivamente, grazie all’impegno di benefattori furono edificate le cappelle laterali. La cappella al centro della navata verso Nord fu costruita nel 1649 per volere del Marchese Malvasia e dedicata a San Giuseppe da Leonessa e a San Felice da Cantalice, due cappuccini canonizzati. La cappella a fianco della sagrestia, dedicata al Crocifisso, fu eretta per volontà del Marchese Locatelli nel 1661, mentre la prima cappella rispetto all’ingresso principale della chiesa sorse, sempre per volere del Marchese Locatelli, nel 1666 e fu dedicata a Sant’Antonio. Alla destra del vestibolo si trova anche dal 1924 la grotta di Sant’Antonio, mentre la cappella alla sinistra, eretta nel 1841 in onore della Beata Vergine Immacolata e poi di Sant’Espedito, è oggi sede del presepe. Nel 1706, venne aggiunto il portico, inizialmente chiuso da cancelli, poi, dal 1924, da portoni lignei, per ripararlo dalle intemperie. Il giorno 8 Aprile 1966 un incendio devastò la chiesa che fu ricostruita così come si presenta ora. In tale circostanza altari, suppellettili e rivestimenti in origine in legno furono rifatti in marmo, così come il pavimento, originariamente in pietra locale o cotto. Molto recentemente, nel 2017, sono stati eseguiti lavori di restauro e messa in sicurezza delle cappelle laterali poste a Nord, significativamente lesionate.
Oltre probabilmente a frati del Convento sono stati sepolti nella chiesa dei Cappuccini circa 80 “Secolari benefattori”. Fra essi si ricordano il Conte Pompeo Ramazzotti, che per primo acquistò terreno per l’edificazione del Convento, il Conte Antonio Galeazzo Malvasia, che donò allo stesso modo terreno per la costruzione, ed il Principe Galeotto Pico della Mirandola. Quest’ultimo, figlio di Alessandro II, Duca della Mirandola e di Concordia, e appartenente alla stessa casata del celebre umanista e filosofo Giovanni Pico della Mirandola, visse a Castel San Pietro dal 1692 al 1730. Galeotto fu un grande benefattore dei Cappuccini e un uomo molto sensibile alle opere di carità nei confronti dei bisognosi; così egli, alla sua morte, il 21 Febbraio 1730 fu sepolto nella chiesa dei Cappuccini con iscrizione in latino che significa: “Qui giace Galeotto principe di Mirandola che pio e prudente emigrò in cielo tra le lacrime di tutti, ma principalmente dei poveri dei quali consolò l’indigenza con la propria munificenza. Passò al Signore il 21 Febbraio 1730 all’età di 66 anni”.
Foto Archivio TSM