I tre giorni della Canucéra 26/02/2017

Gli ultimi tre giorni  di febbraio  sono noti anche come i giorni della Canucéra cioè  quei giorni  in cui vi è un’ora  infausta del giorno  sconosciuta a tutti ,  non si sa quale sia  e non lo si è mai saputo, è un fluido avverso che può essere nell’aria, nel sole  che trascorre fra le cose e le creature in modo misterioso.

  La Canucèra viene descritta come una vecchia  tutta curva, vestita di nero con i denti in fuori,  sta ad indicare  Atropo, una delle tre Parche della mitologia latina, corrispondenti alle Moire della mitologia greca.  Cloto filava, Lachesi avvolgeva sul fuso il filo del destino degli uomini e stabiliva quanto ne spettasse, Atropo con due grosse cesoie tagliava il filo della vita. Canucèra  è anche la canocchia o il pennacchio di canapa o lino che avvolgeva la parte superiore della rocca che si usava per filare.  In quei giorni  i contadini non fanno nulla  per timore   di fare le cose in quell’ora dannata e misteriosa, infatti se si potava la vite  si poteva seccare o non dare frutti, gli alberi da frutta e gli olmi se potati possono seccare , il tarlo roderà il legno tagliato  e il raccolto può essere compromesso.  L’unica soluzione è astenersi dal lavoro  e ballare intorno alle focarine per esorcizzare la Canucèra.

La tradizione è ancora molto viva  specialmente in Romagna  tanto che gli anziani  riferendosi ad un individuo sempliciotto  o balordo  dicono:”l’è nasùe dè dla Canucèra”   cioè è nato nel momento infausto e sbagliato, oppure “ e pè che t’sia ned par la Canucèra” cioè è una persona sfortunata.